La sorte infelice dell'imperatore Valeriano

La storia dell'Impero Romano d'Occidente va dal 27 a. C., quando Augusto viene proclamato imperatore, al 476 d. C., anno della deposizione di Romolo Augustolo.

L'Impero Romano vanta imperatori straordinari che si rendono promotori di riforme e protagonisti di azioni che accrescono sempre di più la fama di Roma, facendo sì che la sua storia abbia un'eco intramontabile anche nei secoli successivi. E infatti oggi molti sono gli studiosi affascinati da un mondo lontano ma al tempo stesso vicino come quello romano.

Non tutti gli imperatori, però, sono degli ottimi governatori dello Stato. Alcuni vengono disprezzati e odiati dai loro sudditi e dalle loro famiglie a causa di gesti egoistici ed inopportuni. Altri si dimostrano inetti e incapaci di ricoprire un ruolo tanto importante. Altri ancora sono andati incontro ad una sorte non del tutto favorevole...

È questo il caso di Valeriano, che è imperatore dal 253 al 260 d. C., anno della sua morte. Valeriano fa parte di una serie di imperatori che, dopo la fine della dinastia dei Severi, prendono il potere di Roma in modo autoritario e caotico. Si parla, infatti, di "anarchia militare". Egli è un anziano senatore salito al trono dopo una serie di effimeri imperatori militari (quali Treboniano Gallo, che governa con suo figlio Volusiano, ed Emiliano). Data l'incertezza della situazione, decide di affiancarsi al trono suo figlio Gallieno, a cui affida il compito di difendere le province occidentali dell'Impero. 

Valeriano ha la brillante idea di portare avanti la campagna militare contro i Persiani che, se in un primo momento gli arreca qualche vittoria, lo porta successivamente ad essere miseramente sconfitto ad Edessa e ad essere fatto prigioniero del re Sapore. Quest'ultimo non si dimostra affatto gentile nei suoi confronti e lo porta con sé in catene dovunque vada, per mettere in risalto la propria grandezza e la propria superiorità rispetto al nemico, diventato fragile ed inutile.

Questa immagine cruenta, che quasi si fa fatica ad immaginare, può essere ammirata nel bassorilievo di Bishapur, dove il re Sapore è raffigurato in modo dominante, con indosso un'armatura regale e una corona caratteristica dei re sasanidi, seduto su un cavallo imponente, con la testa alzata in segno di vittoria. Di fronte a lui, Valeriano è inginocchiato e, in atto di sottomissione, mostra la sua resa.

Come se non bastasse, quando Valeriano muore, Sapore lo fa scuoiare e ne conserva la pelle come un trofeo. Sicuramente non il modo migliore di morire, soprattutto se si tratta di un imperatore romano che, probabilmente, voleva solo fare qualcosa di buono per il bene del suo Impero.

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