Sono ormai due anni e mezzo che ogni media filo-governativo ci riempie la testa di queste parole: "La Russia è l'invasore e l'Ucraina l'invaso", come se spiegare tecnicamente l'inizio dei combattimenti fosse una motivazione più sostanziale che superficiale, ma non è così.
Ci sono fondamentalmente 2 modi per interpretare la situazione: da un punto di vista documentale e da un punto di vista empirico.
1) L'interpretazione documentale presenta limiti intrinseci. Da sempre i leader fanno ciò che possono per modellare l'opinione pubblica: a Roma 2000 anni fa poteva essere Cesare che faceva coniare monete con il suo volto raffiguratovi, oppure Hitler e Goebbels che facevano stampare volantini rossi per rubare voti ai comunisti. Ad oggi, con l'avvento della globalizzazione dei mezzi di comunicazione di massa, affiancati a grandi società di pubbliche relazioni, questo è ancora più semplice. Già Berlusconi fondò un partito con lo slogan rubato da un altro partito appena sciolto per Mani Pulite, "Democrazia Cristiana", chiamandolo "Forza Italia". Si potrebbe scrivere molto sul "genio" pubblicitario di Silvio Berlusconi ma non è questa la sede.
Per capire quanto il piano documentale non sia sufficiente per interpretare un problema geopolitico, basta passare in rassegna tante comunicazioni di un leader su un solo argomento. Negli anni questo segue l'opinione pubblica, oppure va nella direzione verso cui vuole indirizzarlo. Prendiamo per esempio Vladimir Putin e le sue dichiarazioni sull'Ucraina, da sempre tema centrale in vari discorsi del leader russo. Ebbene, questi vanno da Putin che si lamenta di un'alleanza con la NATO ma non con l'Unione Europea, costruendo un discorso su come il problema sia legato alla sicurezza dei suoi confini e non all'allontanamento dal baricentro russo di tipo economico-politico, fino all'intervista rilasciata sul canale YouTube di Tucker Carlson in cui fa una vera e propria lezione di storia su come l'Ucraina e la Russia siano una sola cosa e quindi dando una spiegazione "esistenziale" del conflitto.
2) L'interpretazione empirica si limita semplicemente ad analizzare i fatti accaduti negli anni prescindendo dalle varie dichiarazioni dei soggetti coinvolti, si limita ad analizzare come, mentre Putin abbia sostenuto una vittoriosa guerra in Cecenia che lo ha portato a mettere al potere in quella regione Ramzan Kadyrov, suo alleato strettissimo, la NATO ha sostenuto svariate operazioni militari in giro per il globo per "liberare dalla tirannia" ed "esportare la democrazia" in quei luoghi. Lo ha fatto con la Libia, con l'Iraq, con la Siria, con l'Afghanistan, oltre ad aver ammazzato il generale Soleimani dell'Iran a Bagdad e ad aver tentato lo stesso con il presidente Maduro in Venuezela.
Grazie alla valutazione empirica possiamo vedere come per ben 2 volte Russia e Ucraina abbiano provato a mettere fine alle tensioni in donbass, regione filorussa che vorrebbe l'indipendenza dall'Ucraina, siglando 2 accordi: Accordi di Minsk 1 e Minsk 2, Entrambi interrotti perchè l'Ucraina continuava a bombardare quelle zone ed a colpirle tramite i loro battaglioni nazisti (Azov e non solo) e le milizie filo russe di quelle regioni rispondevano agli attacchi e violentemente anche.
L'interpretazione empirica ci sembra dare ragione alla paura di Putin di avere la NATO ai suoi confini: questo non giustifica l'aver iniziato una guerra che ha fatto già più di 250mila morti, ma deve quantomeno farci riflettere su noi stessi e sui nostri complessi di superiorità che ci portiamo dietro da Romolo in poi.
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