I social ci stanno mangiando il cervello

A volte mi domando se sia necessario che il mondo vada in una certa direzione. La direzione della tecnologia, intendo. Della condivisione online, del mondo virtuale, dei social. La direzione del "siamo tutti connessi". Ma connessi con cosa? Connessi con chi? Ho l'impressione che più siamo connessi e più, in realtà, siamo disconnessi.

Uscire con i propri amici ormai significa passare il tempo guardando il cellulare, messaggiando con altre persone e condividendo le foto di cosa si sta facendo in modo tale che altre persone ancora possano vederlo.

Ma tutto ciò non è semplicemente assurdo? Perché a qualcuno che probabilmente neanche conosco dovrebbe interessare ciò che faccio durante la giornata? E perché a me dovrebbe interessare ciò che fanno gli altri, sempre, costantemente? E soprattutto, perché le persone sentono il bisogno impellente di mostrare qualcosa di sé, anche se si tratta di cose totalmente insignificanti o, talvolta, troppo intime per poter essere condivise con chiunque?

Cosa si guadagna con tutto questo? Credo niente di buono. Certo, i social non sono del tutto inutili. Per esempio, se usati con parsimonia e per scopi di divulgazione possono fare la loro parte in senso positivo. E se non fossi convinta di ciò non avrei contribuito alla fondazione di questo blog.

Ma al di là di questo, è spaventoso vedere come la gente sia dipendente dai social e faccia fatica a stare lontano dal proprio cellulare per qualche ora. Anzi, per qualche minuto. È spaventoso che l'approvazione altrui sia ricercata attraverso dei "mi piace" che decreterebbero, a seconda del numero ricevutone, il valore di una persona.

Per strada, sui mezzi, al bar, nei negozi... Ormai si vedono solo zombie che camminano fissando il cellulare. E il loro cervello è ormai assuefatto a tutto questo. Mi sembra che non sia più possibile tornare indietro. Farlo spaventerebbe. Ma è ancora più spaventoso pensare a dove arriveremo.

Forse un giorno non ci renderemo più conto di quello che circonda, non ci renderemo più conto che siamo delle persone in carne ed ossa, non ci renderemo più conto che se alziamo gli occhi c'è un cielo ricoperto di stelle, non ci renderemo più conto che il sole sorge e tramonta ogni giorno ma a nessuno importa più godere dell'immensa bellezza della natura. Forse quel giorno è già arrivato.

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